Libellula09 |
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| Molto interessante, ha una sua valenza così naturalmente fondata!
Mi hai fatto venire in mente "la sindrome degli antenati" (e l'omonimo libro di Ancelin Schützenberger Anne).
Me ne ero interessata perchè da parte di mia mamma si erano verificati casi di morte dei bambini maschi primogeniti tant'è che sin da quando ero bambina mia mamma mi aveva inculcato questa paura ("fai in modo di avere figlie femmine, non maschi"), vi lascio immaginare la sua reazione (e la mia celata paura) quando alla morfologica era stato annunciato il maschietto.
Ho iniziato ad indagare perchè non è da me accettare un fardello così sragionato e irrazionale, ho scoperto questo aspetto (che può inerire tutto : malattie, paure ma anche lati positivi come numeri, luoghi, eventi fortunati di famiglia, etc.); in sostanza si tratta di forti emozioni, in questo caso così negative da venire trattenute e custodite come scomodi segreti forieri di disgrazie. Tutto ciò avviene in maniera verbalmente silente, si tace coattivamente, si cerca di dimenticare ma tutto ciò ha un effetto negativo : il soggetto si troverà a vivere la parte (e le vicissitudini) dell'antenato, ne sarà la riproposizione incosciamente consapevole.
Uno studio ha dimostrato come nelle tribù africane il fenomeno si manifesti meno (o addirittura mai) perchè essendo il rapporto tra gli avi e i discendendi così diretto da rendere consapevoli questi ultimi di tutti gli avvenimenti della famiglia, avviene una sorta di catarsi.
Dal canto mio ho seguito e sto seguendo un bel percorso, mi sento libera e felice, libera di poter ammettere le mie paure e di parlarne.
C'è stato un momento della gravidanza in cui ero atterrita (spiritosamente - e nemmeno così tanto- dicevo di aver litigato con il bambino), ne sono uscita liberata (e credo pure lui), gli ho detto "se vuoi vivere, vivi" (e chi ha letto Leboyer capirà cosa intendo ossia io non sono nessuno per inculcarti qualcosa e rovinare la tua vita, ci lavoro/iamo su)
A tutto ciò ha anche contribuito il mio allontanamento dalla religione che, proprio come evoca etimologicamente, mi legava senza lascirami la possibilità di alzare la testa e ragionare con la mia mente e il mio corpo.
Mi sto rendendo conto quanto siano concretamente olistici questi discorsi : si parte da un punto e gli si gira intorno arrichendolo come una danza
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